Violenza genera violenza

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Violenza genera violenza

Esattamente un anno fa mi ero soffermata a scrivere sulla necessità di aiutare i giovani a difendersi dai gesti violenti soprattutto se veicolati tramite internet, sulla necessità, altresì, di regolamentare il fenomeno del cyberbullismo, sottolineando come in Italia mancasse una legge.

A distanza di un anno, posso dirvi che una legge è stata introdotta a tutela dei minori ed è un primo passo per consentire ai giovani di difendersi, anche autonomamente.

Dal mese di giugno in Italia è stata introdotta la Legge 29 maggio 2017, n. 71  "Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del Cyberbullismo" ed è il primo strumento normativo europeo specificamente dedicato al suo contrasto.

Questa legge è il frutto di ben 4 passaggi tra Camera e Senato, proprio a riprova della difficoltà di regolamentazione del fenomeno.

E’ bene che i giovani sappiano come poter utilizzare questa legge nei confronti di chi faccia loro del male utilizzando internet.

Innanzitutto è una legge che - a mio avviso – deve essere ancora migliorata... ma rappresenta già un primo e importantissimo passo verso il riconoscimento giuridico del fenomeno e verso una sua regolamentazione e punizione normativa.

La legge si applica solo ai minorenni.

Entra finalmente nel nostro ordinamento giuridico una definizione legislativa di cyber-bullismo (bullismo telematico) inteso come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo”.

La legge contro il Cyberbullismo prevede che venga individuato tra i professori, all’interno di ogni istituto, un referente per le iniziative contro il bullismo e il Cyberbullismo e che siano previste iniziative che coinvolgano gli stessi giovani.

Il preside dovrà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per chi li abbia commessi. E’ stabilito, altresì, che il dirigente scolastico che venga a conoscenza di atti di cyberbullismo (salvo che il fatto costituisca reato) deve informare tempestivamente i soggetti che esercitano la responsabilità genitoriale o i tutori dei minori coinvolti e attivare adeguate azioni di carattere educativo.

La legge ha una funzione educativa piuttosto che sanzionatoria: infatti, da un lato, come appena detto, viene istituita la figura del referente all’interno delle scuole e, dall’altro, viene prevista quale UNICA MISURA SANZIONATORIA aggiuntiva nei confronti del minore l’ammonimento.

Tale sanzione viene ripresa dal reato di stalking e adattata al fenomeno del cyberbullismo ed è esperibile fino all’eventuale querela .

In altre parole, al minore che compie atti di cyber bullismo - ovvero di condotte di ingiuria, diffamazione, minaccia e trattamento illecito di dati personali mediante internet - nei confronti di altro minorenne, fino a quando non è proposta querela o non è presentata denuncia, sarà applicata la procedura di ammonimento da parte del Questore.

In cosa consiste?

Il minore sarà convocato insieme ad almeno un genitore (o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale) dinanzi al Questore il quale gli comminerà un ammonimento, i cui gli effetti dureranno fino al compimento della maggiore età.

La parte più importante della legge che i minori devono conoscere – perché a loro riferita - consiste nel fatto che è stato introdotto uno speciale rimedio a tutela della dignità della vittima di cyberbullismo: ciascun minore che abbia più di 14 anni ed abbia subito atti di cyberbullismo può infatti chiedere - con l’invio di un’istanza, che altro non è che una semplice richiesta - al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media, a sua scelta,  di “oscurare, rimuovere o bloccare qualsiasi dato personale che si riferisca allo stesso, o ad un proprio familiare, diffuso nella rete internet”.

In caso di mancata risposta entro quarantotto ore (oppure se non sia stato possibile identificare il soggetto a cui inviare la richiesta) il minore può rivolgere analoga richiesta al Garante per la protezione dei dati personali (Garante per la privacy), il quale, sussistendone i presupposti, deve provvedere al blocco entro 48 ore.

Quindi, se siete minori, avete più di 14 anni e siete vittime di atti di cyberbullismo potete chiedere direttamente a chi gestisce il sito o comunque al Garante per la privacy di eliminare da internet i vostri dati personali e, nel tempo massimo 3-4 giorni, i vostri dati saranno eliminati.

Il tutto grazie ad una legge che vi tutela in questo senso.

Rispetto alle prime stesure la legge entrata in vigore ha l’obiettivo di contrastare, più che di punire, il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni: la stessa ha una funzione più educativa che punitiva, tant’è che si preoccupa di tutelare/educare tutti i minori coinvolti, sia in quanto vittime che in quanto responsabili di illeciti.

Tuttavia, come tante nuove leggi, anche questa presenta delle difficoltà nella sua attuazione ed operatività.

Quando mi si chiede quali siano le difficoltà connesse con l’attuazione di tale legge, non posso esimermi dal rispondere che la difficoltà più grande consiste nella necessità di risorse economiche da stanziare sia nelle scuole che presso il Garante per la tutela dei dati personali.

Infatti, perché la procedura possa essere utilizzata in maniera proficua è necessario che adeguate risorse economiche siano stanziate sia nelle scuole che a favore del Garante per la protezione dei dati personali, incaricato di assicurarne la corretta applicazione.

Le risorse ad oggi stanziate ad oggi ammontano a soli 200 mila euro ed è ben chiaro a chiunque che sia una somma esigua rispetto al numero di scuole, alle figure da istituire al suo interno e a quelle da affiancare al Garante per la privacy.

Ma siamo fiduciosi che ciò sarà possibile con un serio intervento da parte dello Stato.

Quindi, perché questo fenomeno sia arginato e controllato non basta solo una legge – ne potremmo scrivere decine invano - ma è fondamentale l’educazione dei giovani: educazione, questa, prima familiare e poi scolastica.

Solo educando i giovani al rispetto di se stessi e degli altri saremo in grado di riversare nella società giovani diventati uomini all’insegna del rispetto del prossimo.

Chiaramente il Cyberbullismo è la forma più vigliacca di violenza tra i giovani.

Lina Caputo

Violenza questa che parte dal bullismo.

I giovani devono imparare a chiedere aiuto, perché la loro forza è tutta lì.

Non è grande chi fa del male, lo è chi non ne fa.

Non è grande chi umilia, ma chi denuncia le umiliazioni.

Quando vi coalizzerete non per umiliare, ma per aiutare uno più piccolo di voi, uno più “in carne” di voi, o uno più in difficoltà di voi allora noi adulti saremo orgogliosi di voi e di rivolgere a voi questi articoli e di fare per voi leggi che vi facciano crescere… leggi che vi consentano, come se foste già grandi, di proteggere voi stessi e le vostre famiglie.

Famiglie che, ricordate, vi saranno sempre vicine, anche quando vi vergognerete di raccontare ciò che vi accade … e se non avete un padre o una madre ad aiutarvi, ci saremo noi che, tramite i social, cerchiamo e cercheremo sempre di farvi capire che non siete soli e che saremo sempre pronti ad aiutarvi.

Avete un diritto fondamentale che dobbiamo proteggere, ed è quello di crescere sereni, con tutti i vostri difetti che, molto probabilmente, un giorno saranno il vostro punto di forza.

Avv. Lina Caputo
Patrocinante in Cassazione

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