Giulio Bacosi su MF: “Rispettare le regole per non farsi trovare impreparati”

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Giulio Bacosi su MF: “Rispettare le regole per non farsi trovare impreparati”

Il rispetto delle norme di sicurezza e di igiene per allontanare l'epidemia inizia a dare segni incoraggianti. I dati recenti ci restituiscono una riduzione dei contagi, e questo è un segnale positivo che fa ben sperare anche se, come raccomandano gli esperti (e, mai come ora, fidarsi degli esperti e ignorare incompetenti e ciarlatani è la cosa più di buon senso che possiamo fare) è bene non abbassare la guardia. Intanto possiamo già affermare che qualche risultato positivo è già arrivato, un risultato che si spera torni buono quando saremo rientrati nella normalità.
La prima lezione che tutti in questi giorni abbiamo, o dovremmo avere imparato riguarda il rispetto delle regole emergenziali. Tutti, o quasi, ci siamo adeguati alle norme di comportamento che le autorità sanitarie e amministrative ci hanno via via impartito col diffondersi dell'epidemia. Guai a non averlo fatto: ci troveremmo probabilmente con molti più contagiati, tempi di quarantena e isolamento più lunghi e così via.
Certo, è facile uniformarsi e rispettare le regole quando sappiamo che il non farlo potrebbe compromettere la nostra stessa vita (o, come minimo, la nostra fedina penale). Viene dunque spontaneo, in questi frangenti di necessità, scoprire il valore delle regole e il vantaggio di rispettarle.
Vantaggio personale, perché è in gioco la vita del singolo; ma anche un vantaggio che si riverbera sulla collettività: si evita di contagiare gli altri. Il rispetto delle regole palesa, qui più che altrove, consapevolezza di quello che si chiama bene comune, essenza della vita democratica, pur non mancando zone del globo (anche a noi molto vicine, vedi Ungheria) in cui, in nome del rispetto di regole emergenziali, si attenta più o meno direttamente alla Democrazia stessa. Anche chi governa, non solo i governati, ha l'occasione per imparare qualcosa da quanto accade. Per esempio, non farsi prendere la mano per pretendere «pieni poteri». Ma anche, e in Italia direi soprattutto, sintonizzare meglio le stesse regole alla realtà. Quando sono in agguato possibili ritardi nei rifornimenti di materiali sanitari, viene scoperchiato il vaso della burocrazia che, laddove traboccante di norme e codici tra loro intrecciati e aggrovigliati, rischia di spostare pericolosamente in avanti l'adozione di misure, le quali richiederebbero invece risposte rapide per spiegare concreta efficacia. Con il recente decreto Cura Italia, è stata prevista la possibilità di trovare interlocutori privati in modo più agile che in circostanze normali: ciò è indice del fatto che la lezione è stata per il momento recepita. Per il futuro, anche in vista della promozione di una celere ripresa, servono, anche a regime, poche regole chiare, capaci di agevolare la creazione di lavoro, unite a controlli serrati idonei a scongiurare deprecabili «infiltrazioni» nel meccanismo di rilancio dell'economia. L'ultima lezione, per tutti, riguarda infine una verità lapalissiana: non basta scoprire le regole perché obbligati da una situazione di emergenza. Facilmente si rischia infatti di dimenticarsene quando l'emergenza sarà finita. La democrazia ha bisogno di continua manutenzione (di imparare la civiltà, la «vita in comune») in modo diuturno, continuo. Insomma, gli esami per la democrazia, avrebbe detto Eduardo De Filippo, non finiscono mai.
Per non farsi sorprendere impreparati dalle emergenze (che quando arrivano non mandano congrui preavvisi) è buona prassi imparare a rispettare le regole in maniera permanente, come si proponeva un tempo a scuola con l'Educazione civica, riaffacciatasi agli italiani con la recente Legge n.92 del 2019. Noi ci sforziamo di farlo con l'associazione Democrazia nelle Regole, che da oltre dieci anni organizza incontri con i ragazzi di tutta Italia, in fattiva sinergia con prefetture e istituzioni scolastiche, per diffondere il virus (benigno, stavolta) della cultura delle regole, della civiltà e della convivenza civile. E per farsi trovare pronti di fronte alle, speriamo solo eventuali, emergenze. (riproduzione riservata)

(Giulio Bacosi, MF del 14 Aprile 2020 - pag. 16) >>>LEGGI IL PDF>>>

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